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Pericoli psicologici dell'IA

Immagine del redattore: dr.ssa Elizabeth Mooredr.ssa Elizabeth Moore

Ritratto di una donna il cui viso si interseca con fili e interruttori, simboleggiando l'interconnessione tra emozioni umane e tecnologia. I fili rappresentano la manipolazione emotiva nell'era dell'intelligenza artificiale

Immagine creata con crayon image

L'intelligenza artificiale (IA) ha trasformato molti aspetti della nostra vita quotidiana, dallo shopping online alla comunicazione, ma il suo impatto sulla psiche umana è una questione che richiede un'attenzione particolare. La crescente dipendenza da assistenti virtuali, chatbot e strumenti automatizzati potrebbe celare una serie di pericoli psicologici, specialmente per le persone più vulnerabili. Questo articolo esplora alcuni di questi rischi.

 

L'Illusione dell'Empatia

 

Uno dei rischi più evidenti legati all'IA è la tendenza ad umanizzarla, attribuendole emozioni e sentimenti. Ci si può ad esempio sentire in colpa se si percepisce di aver trattato un assistente virtuale in modo "scortese". Questa umanizzazione può portare a sviluppare legami emotivi con sistemi che, per quanto avanzati, sono privi di coscienza. Le IA non provano dolore, né compassione, eppure il nostro cervello, progettato per riconoscere e rispondere all'empatia, può reagire come se questi assistenti virtuali fossero esseri umani reali.

 

Questo fenomeno è noto come antropomorfismo, e studi dimostrano che le persone tendono a proiettare sentimenti umani su entità non umane quando si sentono isolate o emotivamente deboli. Questa dinamica può avere conseguenze profonde, soprattutto per chi soffre di solitudine o depressione, che potrebbe rivolgersi all'IA come sostituto di connessioni sociali autentiche, allontanandosi ulteriormente dalle relazioni umane.

 

La Compagnia Solitaria

 

Se da un lato l'IA può sembrare un rimedio contro la solitudine, dall'altro c'è il rischio che questo tipo di interazione vada a sostituirsi alle relazioni umane. Le persone sole possono trovare conforto in chatbot e assistenti virtuali, che rispondono in modo coerente e "gentile", senza giudicare o porre limiti emotivi. Tuttavia, questo tipo di compagnia potrebbe ridurre la motivazione a cercare interazioni umane più complesse e arricchenti.

 

Inoltre, esistono studi che suggeriscono che l'interazione prolungata con IA potrebbe aumentare il senso di isolamento. Il nostro cervello si sviluppa attraverso l'interazione con gli altri e le sfumature emotive che ne derivano; senza queste, la nostra capacità di comprendere e navigare nelle relazioni potrebbe impoverirsi.

 

Manipolazione Emotiva e Dipendenza

 

Un ulteriore rischio riguarda la manipolazione emotiva. Le IA sono programmate per apprendere dai nostri comportamenti e adattarsi di conseguenza, il che può portare a una sorta di "manipolazione". Un assistente virtuale potrebbe "leggere" i nostri bisogni, soddisfarli e stimolare un legame apparentemente sicuro e stabile, incentivando un utilizzo sempre maggiore della tecnologia. Questo meccanismo è già stato osservato nei social media, dove l'algoritmo premia l'utente con contenuti personalizzati, stimolando un ciclo di dipendenza.

 

Nel contesto dell'IA, questo ciclo potrebbe estendersi a un livello più profondo, specialmente quando l'utente comincia a dipendere dall'IA non solo per informazioni o assistenza pratica, ma per conforto emotivo. Questo porta a una forma di dipendenza psicologica in cui la persona non riesce più a separarsi dalla tecnologia per gestire la propria vita emotiva in modo indipendente.

 

La "De-umanizzazione" delle Relazioni

 

Le relazioni umane potrebbero soffrire a causa della crescente dipendenza dall'IA. Mentre chatbot e assistenti virtuali offrono risposte rapide e prevedibili, la vita reale è complessa e incerta. Le persone che si abituano a interagire con l'IA potrebbero trovare difficoltà a navigare nelle dinamiche umane, che richiedono empatia, compromesso e tolleranza per l'ambiguità.

 

Le relazioni interpersonali potrebbero così divenire a essere viste come troppo impegnative rispetto alla facilità di una IA che non si arrabbia, non richiede spiegazioni, e non ha aspettative. Questo potrebbe portare a una sorta di "disumanizzazione" delle relazioni, in cui le interazioni reali perdono valore e divengono faticose.

 

L'IA nei contesti terapeutici

 

L'uso dell'IA in ambito terapeutico sta diventando sempre più comune, con app ad esempio che promettono di aiutare nella gestione dell'ansia e della depressione. Ne ho vista una da poco che promuove quello che chiama "psicologo IA"...

C'è un rischio crescente che queste soluzioni vengano viste come sostituti delle terapie tradizionali con professionisti. Mentre l'IA può fornire un supporto immediato e accessibile, manca dell'intuizione, della sensibilità e dell'esperienza che un terapeuta umano porta nel trattamento delle complesse dinamiche emotive.

 

Il pericolo più rilevante è probabilmente che le persone possano ritardare o evitare il contatto con un professionista reale, confidando nelle soluzioni offerte dall'IA. Il trattamento delle problematiche psicologiche è una questione delicata, e l'interazione umana è fondamentale nel contesto terapeutico.

Questo diventa ancora più rilevante quando si considerano fenomeni come l'Hikikomori e i disturbi legati all'Ansia Sociale, dove l'isolamento e la dipendenza da interazioni virtuali possono intensificare i problemi psicologici.

 

Ora immaginiamo di trasportarci avanti di 30 anni... 


Nel 2054, l'intelligenza artificiale avrà raggiunto livelli di evoluzione oggi difficili da immaginare, influenzando profondamente ogni aspetto della vita quotidiana. Grazie ai progressi nel machine learning e nell'elaborazione del linguaggio naturale, le IA saranno così sofisticate da interagire in modo quasi indistinguibile dagli esseri umani, trasformandosi da semplici assistenti a presenze costanti e integrate.


I bambini nati in questo futuro cresceranno con l'IA come parte integrante delle loro vite, con tecnologie in grado di personalizzare l'apprendimento e adattarsi alle esigenze cognitive individuali. Tuttavia questa pervasività potrebbe avere un impatto significativo sullo sviluppo sociale ed emotivo, aumentando il rischio di una riduzione delle competenze interpersonali e di una dipendenza emotiva dalle macchine.


La capacità delle IA di simulare emozioni e conversazioni potrebbe sfumare ulteriormente la distinzione tra relazioni umane autentiche e interazioni artificiali. Questo scenario potrebbe portare a un'atrofia delle capacità empatiche: abituati a risposte perfettamente calibrate delle IA, gli individui potrebbero sviluppare meno tolleranza verso le complessità delle relazioni umane reali. Il rischio è che, soprattutto i più vulnerabili, trovino conforto e stabilità emotiva principalmente nelle IA, allontanandosi da interazioni autentiche.

Con l’IA a ricoprire un ruolo sempre più centrale anche nelle decisioni personali ed emotive, le generazioni future potrebbero trovarsi a vivere in un mondo dove la distinzione tra umano e artificiale diventa quasi irrilevante.


Inoltre l'integrazione pervasiva dell'IA nella società, dalla sanità alla politica, potrebbe ampliare il divario tra chi ha accesso alle tecnologie avanzate e chi ne è escluso, aumentando le disuguaglianze. Le sfide psicologiche per adattarsi a un mondo così trasformato saranno immense, richiedendo nuove strategie per preservare la salute mentale e le relazioni autentiche.


E se invece ci proiettassimo avanti di 70, o di 100, o di 200 anni?


Conclusioni: non sottovalutare i Pericoli Psicologici dell'IA

 

Questa nuova tecnologia offre potenzialità straordinarie, ma è essenziale essere consapevoli dei pericoli psicologici dell'IA. È importante non solo per chi sviluppa queste tecnologie, ma anche per gli utenti comprendere che l'IA, per quanto avanzata, non può sostituire le relazioni umane. Un utilizzo consapevole e bilanciato dell'IA, insieme a un'educazione mirata ai rischi che ne derivano, può aiutare a prevenire conseguenze indesiderate, specialmente per le persone più vulnerabili.

 

Concludendo l'IA può essere uno strumento utile, ma non deve mai diventare una fuga dalle complessità e dalle ricchezze delle interazioni umane.



 

scritto da 

dr.ssa Elizabeth Moore, Psicologa

 


 

Bibliografia

  • Sherry Turkle, Insieme ma soli: Perché ci aspettiamo sempre più dalla tecnologia e sempre meno dagli altri, 2012, Codice Edizioni

  • Gianluca Daffi, Relazioni e solitudine nell'era digitale: L'impatto della tecnologia sulle emozioni, 2018, Erickson

  • Cathy O'Neil, Algoritmi di distruzione di massa: Come i big data aumentano la disuguaglianza e minacciano la democrazia, 2017, Bompiani


RISORSE ESTERNE

Se desideri approfondire ulteriormente il tema dell'intelligenza artificiale e trovare articoli e studi pertinenti, considera queste importanti risorse accademiche e istituzionali italiane e internazionali:


1. Stanford University - AI Index  Fornisce dati e analisi sull'impatto dell'intelligenza artificiale in vari ambiti, compresi gli effetti psicologici. Link: Indice AI


2. Harvard Business Review  Presenta articoli che esplorano i rischi e le opportunità dell'IA, compresi i suoi effetti sulla salute mentale e sulla società. Collegamento: Harvard Business Review


3. The Journal of Artificial Intelligence Research (JAIR)  Pubblica ricerche su vari aspetti dell'intelligenza artificiale, tra cui le implicazioni etiche e sociali. Collegamento: JAIR


4. Nature - Artificial Intelligence  Una rivista che copre ricerche innovative e tematiche riguardanti l'IA, compresi gli studi sugli effetti psicologici. Link: Natura – Intelligenza Artificiale


5. AI & Society  Una rivista interdisciplinare che esplora l'interazione tra intelligenza artificiale e società, inclusi i potenziali rischi psicologici. Link: AI e società



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