Pensieri di morte e ideazione suicidaria
- dr.ssa Elizabeth Moore
- 24 mag 2020
- Tempo di lettura: 8 min
Aggiornamento: 6 apr

Di seguito vedremo assieme:
Comprendere i pensieri sulla morte e l'ideazione suicidaria
Pensieri che ricorrono sulla fine della propria vita e l’idea stessa del suicidio sono esperienze dolorose che possono emergere in momenti di estrema vulnerabilità. Non si tratta solo di una paura astratta, ma spesso di un dialogo interiore intriso di sofferenza, che può andare dal desiderio di scomparire a un vero e proprio piano per porre fine alla propria vita. È un campanello d’allarme che parla di un malessere profondo.
Questi pensieri sono complessi e possono derivare da un intreccio di fattori: condizioni psicologiche come depressione o PTSD, dinamiche sociali come isolamento o difficoltà relazionali, e persino aspetti biologici legati all’equilibrio chimico del cervello. Questi pensieri riflettono una sofferenza profonda, spesso celata dietro il silenzio o la difficoltà di esprimere il proprio malessere. Riconoscerli e dar loro spazio senza giudizio è il primo passo per offrire un supporto autentico e costruire una rete di aiuto intorno a chi li vive.
Come si manifestano
I pensieri di morte e quelli legati al suicidio possono manifestarsi in diversi modi, tra cui:
- Pensieri Intrusivi: Immagini mentali o idee sulla propria morte che compaiono ripetutamente. Questi pensieri possono essere molto vividi e disturbanti, interferendo con la capacità di concentrarsi su altre attività e causando notevole disagio emotivo. Ad esempio, una persona potrebbe immaginare scene dettagliate del proprio funerale o visualizzare se stessa mentre si fa del male.
- Desiderio di Morte: Sentirsi come se la vita non valesse la pena di essere vissuta. Questo può manifestarsi come una sensazione persistente di disperazione e inutilità, dove la persona sente che non c'è alcun futuro o speranza. È comune per chi prova questo tipo di desiderio di morte sentire un profondo senso di sconforto e pensare che la loro assenza possa alleviare il peso per sé stessi e per gli altri.
- Ideazione Suicidaria: Pensare attivamente al suicidio, con o senza un piano specifico per farlo. Questi pensieri possono variare in intensità e frequenza, andando da idee passanti a piani dettagliati. L'ideazione suicidaria può includere la pianificazione dei dettagli di come quando e dove potrebbe avvenire il suicidio. Ad esempio, una persona potrebbe considerare i metodi per togliersi la vita o pianificare un evento specifico che segnerà il momento del suicidio.
- Tentativi di Suicidio: Azioni concrete intraprese per porre fine alla propria vita. I tentativi di suicidio rappresentano un'escalation pericolosa dei pensieri suicidari, dove una persona mette in atto un piano per togliersi la vita. Questi tentativi possono variare da tentativi "dimostrativi" (dove il rischio di morte non è molto alto) a tentativi più letali che richiedono un intervento medico immediato. Un esempio potrebbe essere una persona che prende una overdose di farmaci o che si ferisce gravemente nel tentativo di morire.
Terapie psicologiche efficaci
La terapia dialettico comportamentale (DBT)
La Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT) è un approccio efficace per affrontare i pensieri suicidari. Sviluppata da Marsha Linehan, la DBT si concentra sulla regolazione delle emozioni, l'accettazione di sé e l'insegnamento di abilità comportamentali per gestire i pensieri e le emozioni intense. La DBT combina tecniche di cambiamento cognitivo-comportamentale con pratiche di mindfulness, aiutando i pazienti a trovare un equilibrio tra l'accettazione e il cambiamento.
Uno degli aspetti chiave della DBT è l'insegnamento di abilità specifiche attraverso moduli strutturati, come la tolleranza alla sofferenza, la regolazione delle emozioni, l'efficacia interpersonale. Durante le sessioni di DBT, i pazienti apprendono come riconoscere e accettare i loro pensieri e sentimenti senza giudicarli.
Queste abilità permettono ai pazienti di affrontare in modo più efficace i pensieri suicidari e di sviluppare strategie di coping sane.
La terapia prevede anche l'uso di sessioni di coaching telefonico, in cui i pazienti possono contattare il terapeuta in momenti di crisi per ricevere supporto immediato e guidato nell'applicazione delle abilità apprese. Questo supporto continuo aiuta i pazienti a sentirsi meno isolati e più capaci di gestire i momenti di crisi.
In sintesi, la DBT offre un quadro completo e integrato per affrontare i pensieri suicidari, promuovendo la regolazione emotiva, l'accettazione di sé e lo sviluppo di abilità pratiche per una vita più equilibrata e soddisfacente.
La terapia cognitivo comportamentale (CBT)
Altro approccio efficace con cui affrontare i pensieri suicidari è la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT: Cognitive Behavioral Therapy).
La CBT si concentra sulla relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti, aiutando i pazienti a identificare e modificare i pensieri distorti che contribuiscono alla loro sofferenza. Questo approccio terapeutico è strutturato e orientato agli obiettivi, con l'obiettivo di fornire ai pazienti strumenti pratici per gestire i loro pensieri e comportamenti negativi.
Identificazione dei Pensieri Distorti Il primo passo nella CBT è aiutare il paziente a riconoscere i pensieri negativi e disfunzionali che alimentano l'ideazione suicidaria. Questi possono includere pensieri del tipo "Sono un fallimento", "La mia vita non migliorerà mai" o "Gli altri starebbero meglio senza di me". Una volta identificati, questi pensieri vengono esaminati e messi in discussione.
Sostituzione dei Pensieri Negativi Il terapeuta aiuta il paziente a sostituire i pensieri negativi con pensieri più realistici e positivi. Ad esempio, un pensiero del tipo "Non valgo nulla" può essere sostituito con "Sto attraversando un momento difficile, ma questo non definisce il mio valore come persona". Questo processo di ristrutturazione cognitiva è fondamentale per ridurre la disperazione e migliorare l'umore.
Tecniche di Problem Solving La CBT insegna anche tecniche di problem solving per affrontare le situazioni che contribuiscono ai pensieri suicidari. Questo può includere lo sviluppo di strategie per gestire lo stress, migliorare le relazioni interpersonali e affrontare problemi pratici nella vita quotidiana.
Tecniche di Coping e Gestione dello Stress Oltre alla ristrutturazione cognitiva, la CBT utilizza varie tecniche di coping per aiutare i pazienti a gestire lo stress e le emozioni negative. Queste possono includere la mindfulness, il rilassamento muscolare progressivo e la respirazione profonda. Queste tecniche aiutano a ridurre l'ansia e migliorare la capacità di affrontare situazioni difficili senza ricorrere ai pensieri suicidari.
Creazione di un Piano di Sicurezza Parte fondamentale della CBT per l'ideazione suicidaria è la creazione di un piano di sicurezza. Questo piano include strategie concrete che il paziente può utilizzare quando si sente sopraffatto dai pensieri suicidari. Può includere:
Elencare persone di supporto: Contatti di amici, familiari o professionisti della salute mentale che possono essere chiamati in caso di crisi.
Identificare luoghi sicuri: Posti dove il paziente si sente al sicuro e può andare per distanziarsi dai pensieri suicidari.
Esercizi di auto-cura: Attività che aiutano il paziente a sentirsi meglio, come l'esercizio fisico, la lettura, l'ascolto di musica o la pratica della meditazione.
Terapia basata sulla mentalizzazione (MBT)
Un altro approccio efficace per affrontare i pensieri suicidari è la Terapia Basata sulla Mentalizzazione (MBT). La MBT è stata sviluppata per trattare il disturbo borderline di personalità, ma si è dimostrata utile anche per altri problemi psicologici, inclusi i pensieri suicidari.
La MBT si concentra sul migliorare la capacità del paziente di mentalizzare, ovvero comprendere e interpretare i propri stati mentali e quelli degli altri. Questo processo di mentalizzazione aiuta a costruire una migliore consapevolezza e comprensione delle proprie emozioni e dei comportamenti, contribuendo a ridurre i pensieri suicidari.
Comprensione degli Stati Mentali: La MBT aiuta i pazienti a sviluppare una maggiore consapevolezza e comprensione dei propri pensieri e sentimenti. Spesso, i pensieri suicidari sono il risultato di emozioni e pensieri mal interpretati o non compresi. La MBT insegna ai pazienti a riflettere su questi pensieri in modo più chiaro e razionale. Ad esempio, un paziente potrebbe essere guidato a esplorare le circostanze che hanno portato ai pensieri suicidari e a identificare alternative più adattive per gestire le situazioni stressanti.
Empatia e Comprensione degli Altri: La MBT non solo si concentra sulla comprensione dei propri stati mentali, ma anche su quelli degli altri. Questo può migliorare le relazioni interpersonali e ridurre i conflitti che possono contribuire ai pensieri suicidari. Ad esempio, un paziente potrebbe imparare a vedere una situazione dal punto di vista di un'altra persona, il che può ridurre i sentimenti di isolamento e incomprensione.
Regolazione Emotiva: La MBT aiuta i pazienti a gestire le loro emozioni in modo più efficace. Spesso, i pensieri suicidari sono collegati a emozioni intense come la disperazione, la rabbia o la tristezza. La MBT insegna tecniche per riconoscere e regolare queste emozioni, riducendo il rischio di comportamenti suicidari. Ad esempio, un paziente potrebbe imparare tecniche di auto-riflessione per comprendere meglio le proprie reazioni emotive e sviluppare strategie per affrontarle in modo costruttivo.
Costruzione di Relazioni Sicure: Un obiettivo centrale della MBT è aiutare i pazienti a costruire relazioni più sicure e affidabili. Le relazioni positive e di supporto sono fondamentali per prevenire il suicidio. La MBT lavora per migliorare le abilità sociali e la capacità di costruire legami significativi con gli altri. Ad esempio, durante la terapia, il paziente potrebbe essere incoraggiato a coltivare relazioni basate sulla fiducia e sul rispetto reciproco.
Riflessione e Auto-Consapevolezza: La MBT enfatizza l'importanza della riflessione continua e della crescita personale. I pazienti sono incoraggiati a diventare più consapevoli delle proprie esperienze interne e a riflettere sulle loro reazioni emotive e comportamentali. Questo processo di auto-riflessione può aiutare a identificare i fattori scatenanti dei pensieri suicidari e a sviluppare strategie per affrontarli. Ad esempio, un paziente potrebbe tenere un diario delle proprie emozioni e pensieri, utilizzandolo come strumento per comprendere meglio i modelli ricorrenti e lavorare su cambiamenti positivi.
Esercizi di Mentalizzazione: Durante le sessioni di MBT, i pazienti partecipano a esercizi specifici di mentalizzazione che li aiutano a sviluppare una migliore comprensione dei propri stati mentali e di quelli degli altri. Questi esercizi possono includere discussioni guidate su situazioni difficili, role-playing e altre tecniche interattive che promuovono la riflessione e l'empatia. Ad esempio, il terapeuta potrebbe guidare il paziente attraverso una situazione conflittuale, esplorando insieme i vari punti di vista e le emozioni coinvolte.
In sintesi, la Terapia Basata sulla Mentalizzazione offre un approccio completo e integrato per affrontare i pensieri suicidari, aiutando i pazienti a sviluppare una maggiore consapevolezza e comprensione delle proprie emozioni e dei comportamenti, a migliorare le relazioni interpersonali e a costruire strategie efficaci per gestire i momenti di crisi.
Conclusioni
I pensieri di morte e l’ideazione suicidaria sono segnali profondi di un malessere che non va ignorato. Non sempre si manifestano in modo esplicito: possono essere pensieri ricorrenti, il desiderio di scomparire o la convinzione che non ci sia più una via d’uscita. Dietro questi segnali ci sono spesso emozioni complesse e un senso di solitudine che può sembrare insormontabile.
Riconoscere e comprendere questi stati d'animo è un primo passo fondamentale. Parlare apertamente, ascoltare senza giudizio e offrire uno spazio sicuro possono fare una grande differenza. La sensibilizzazione su questi temi non solo salva vite, ma aiuta a costruire una rete di supporto per chi si sente intrappolato nel proprio dolore.
Scritto da
Dr.ssa Elizabeth Moore, Psicologa
per informazioni o appuntamenti
Bibliografia
Diego De Leo, Il suicidio, 2011, Il Mulino
Paolo Pancheri, Il suicidio e il tentativo di suicidio, 2013, Raffaello Cortina Editore
Mario Amore, Il suicidio. Manuale diagnostico-terapeutico, 2010, Springer
RISORSE ESTERNE
Ecco alcune risorse accademiche e istituzionali sull'argomento dei pensieri ricorrenti di morte e ideazione suicidaria, che possono essere utili per approfondire:
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)L'OMS fornisce una vasta gamma di risorse sulla prevenzione del suicidio, linee guida cliniche e supporto per la gestione dei pensieri suicidari.Link: World Health Organization
American Foundation for Suicide Prevention (AFSP)Questa organizzazione americana fornisce informazioni e risorse per la prevenzione del suicidio, comprese le ricerche sui fattori di rischio e le strategie di intervento.Link: American Foundation for Suicide Prevention
National Suicide Prevention LifelineOffre risorse per coloro che lottano con pensieri suicidari, insieme a strumenti per riconoscere i segnali di allarme.Link: Suicide Prevention Lifeline
Istituto Superiore di Sanità (ISS)L'ISS italiano offre informazioni sulla prevenzione del suicidio e risorse specifiche per la gestione delle crisi.Link: Istituto Superiore di Sanità
International Association for Suicide Prevention (IASP)La IASP è un'organizzazione internazionale che offre ricerche e supporto per la prevenzione del suicidio.Link: IASP