I 10 migliori psicologi della storia. Teorie e sperimentazioni
- dr.ssa Elizabeth Moore
- 10 apr
- Tempo di lettura: 9 min
Aggiornamento: 11 apr

I migliori psicologi?
Il titolo di questo articolo è volutamente provocatorio. Stabilire chi siano i "migliori" psicologi della storia è una scelta soggettiva e inevitabilmente parziale. Tuttavia, possiamo esplorare alcune figure che hanno avuto un impatto profondo nello sviluppo della psicologia come scienza, nella pratica clinica, nella ricerca e nell’educazione, attraverso le loro teorie e gli esperimenti che hanno fatto la storia della psicologia.
Ecco quindi dieci figure fondamentali che hanno cambiato per sempre la psicologia:
1. Ivan Pavlov (1849-1936) e il condizionamento classico
Fisiologo russo, è considerato il padre del condizionamento classico, una delle forme più semplici ma fondamentali di apprendimento.
Nel suo famoso esperimento, notò che i cani aumentavano la salivazione non solo alla vista del cibo (stimolo non condizionato), ma anche quando sentivano un suono se associato ad esso. Presentando infatti il suono di un campanello assieme al cibo, dopo alcune ripetizioni, i cani aumentavano la salivazione al solo suono (salivazione: risposta condizionata).
Questo processo ha gettato le basi per la comprensione dell’apprendimento associativo, ovvero la capacità di associare stimoli diversi in modo sistematico. Le sue scoperte hanno influenzato profondamente la psicologia comportamentale, e trovano ancora oggi applicazione in ambito clinico e educativo, soprattutto nelle tecniche comportamentali e nella terapia per disturbi d’ansia, fobie o dipendenze.
2. Sigmund Freud (1856-1939) e l'inconscio
Considerato il padre della psicoanalisi, Freud ha rivoluzionato la psicologia introducendo concetti fondamentali che ancora oggi influenzano il pensiero clinico. Tra le sue principali teorie troviamo quella dell’inconscio, un mondo interno fatto di desideri, paure e memorie rimosse, che agiscono sull’individuo al di fuori della coscienza.
Ha descritto la struttura della psiche come un sistema composto da tre istanze:
Es: la parte più primitiva, sede degli impulsi e dei desideri inconsci.
Io: la parte razionale, che media tra i desideri dell’Es, le richieste della realtà e i limiti del Super-Io.
Super-Io: l’istanza morale, interiorizzazione delle regole e dei valori sociali e familiari.
Freud ha inoltre teorizzato i meccanismi di difesa, strategie inconsce messe in atto per proteggere la mente da emozioni e pensieri troppo dolorosi. Tra i più noti troviamo la rimozione, la proiezione, la sublimazione, la negazione.
Un altro suo contributo centrale riguarda l’interpretazione dei sogni, che secondo lui rappresentano "la via regia all'inconscio", cioè uno dei modi principali per accedere ai desideri nascosti. Ha proposto che ogni sogno possieda un contenuto manifesto (ciò che ricordiamo) e un contenuto latente (il suo vero significato, spesso simbolico).
Freud ha anche sviluppato la teoria dello sviluppo psicosessuale, secondo cui le esperienze infantili legate al corpo e alla sessualità influenzano profondamente la personalità adulta.
La sua teorizzazione, sebbene oggi sia spesso criticata per la mancanza di scientificità – in quanto basata su osservazioni cliniche soggettive, prive di verificabilità sperimentale – ha comunque avuto un impatto storico decisivo. Freud ha posto le basi per l’esplorazione sistematica del subconscio, introducendo l’idea che i comportamenti umani siano profondamente influenzati da dinamiche inconsce, conflitti interiori e traumi irrisolti.
Pur non essendo una teoria scientifica nel senso stretto, la psicoanalisi ha aperto una nuova via alla comprensione della mente, dando valore alla dimensione simbolica, al vissuto personale e alla storia individuale.
3. Carl Gustav Jung (1875-1961)
Allievo e poi dissidente di Freud, ha fondato la psicologia analitica. Ha introdotto concetti rivoluzionari come l’inconscio collettivo, popolato da archetipi (modelli universali di pensieri e comportamenti), e ha elaborato una tipologia psicologica da cui derivano, tra l’altro, le attuali distinzioni tra introversi ed estroversi: per Jung, gli introversi tendono a rivolgere l’energia verso il mondo interno, della riflessione e dell’immaginazione; gli estroversi, invece, si orientano verso il mondo esterno, delle relazioni, dell’azione e della concretezza.
Jung ha lavorato anche con l’ipnosi, soprattutto nei suoi primi anni clinici, usandola come strumento per accedere in modo profondo ai contenuti dell’inconscio. A differenza dell’ipnosi direttiva, in cui il terapeuta suggerisce pensieri o comportamenti, Jung preferiva una forma più esplorativa e simbolica: invitava il paziente a descrivere immagini mentali, sogni e visioni che emergevano spontaneamente, lasciando che l’inconscio si esprimesse in libertà.
Nelle sue sedute, quindi, l’ipnosi era un ponte tra la coscienza e i simboli dell’inconscio, utile a far emergere conflitti, desideri e dinamiche archetipiche nascoste. Più avanti nel suo lavoro, abbandonò progressivamente l’ipnosi per concentrarsi su metodi come l’immaginazione attiva, una tecnica che mantiene un ruolo centrale nella sua visione terapeutica.
4. John B. Watson (1878-1958) e l'Etica
Fondatore del comportamentismo, è noto per il suo lavoro sul condizionamento, in particolare l'esperimento con il piccolo Albert.
In questo esperimento, un bambino di nove mesi venne esposto a un topo bianco (stimolo neutro), inizialmente indifferente per Albert . Tuttavia, vennero aggiunti (associati) rumori forti che spaventavano il piccolo ogni volta che toccava il topo, fino a quando il bambino iniziò a temere (risposta condizionata) non solo il topo, ma anche oggetti o animali con la pelliccia.
L’esperimento è rimasto celebre per aver dimostrato il condizionamento classico su emozioni umane, ma è oggi considerato profondamente non etico:
Il bambino non fu mai decondizionato.
I genitori non furono probabilmente pienamente consapevoli del tipo di esperimento.
Non fu seguito negli anni successivi.
Watson (e la collaboratrice Rayner) non completarono mai la fase di estinzione o "cura" della risposta di paura che avevano indotto artificialmente. Nei loro scritti affermarono di volerlo fare, ma il bambino fu rimosso dall'esperimento prima che potessero procedere. La madre, che lavorava come balia all’ospedale Johns Hopkins, lasciò il lavoro e portò via il bambino, quindi Albert non fu più disponibile per osservazioni o tentativi di desensibilizzazione.
Per decenni non si è saputo chi fosse Albert (nome di fantasia). Ma nel 2009, lo psicologo Hall Beck ha identificato Albert come Douglas Merritte, figlio di una domestica dell’ospedale Johns Hopkins.
Douglas:
Soffriva di idrocefalia congenita, una condizione neurologica che probabilmente influenzò il suo sviluppo.
Morì a soli 6 anni, nel 1925, per complicazioni legate a questa malattia.
Questa scoperta ha reso l'esperimento ancora più controverso, perché Watson potrebbe aver scelto un bambino con una disabilità neurologica per l’esperimento senza dichiararlo.
Le teorie di Watson furono oggetto di critiche nel tempo, specialmente per quanto riguarda l'applicazione estrema del condizionamento comportamentale (che pare studiasse anche con vari esprimenti sui figli, che riportarono in anni successivi diversi problemi di tipo psicologico, tra cui il suicidio del primogenito).
5. Melanie Klein (1882-1960)
Melanie Klein è una psicologa che ha avuto un impatto enorme sulla psicoanalisi infantile.
Si è concentrata su come i bambini piccoli vivono le proprie emozioni e i conflitti interni, in particolare durante i primi anni di vita. Secondo la Klein, le relazioni con la madre in particolare, e con le altre figure che si prendono cura di lui, sono fondamentali nello sviluppo psicologico.
La Klein ha teorizzato che i bambini, attraverso il gioco e le fantasie, esprimono emozioni che non sanno ancora esprimere con la parola.
La sua ricerca ha portato a una comprensione più profonda dei meccanismi di difesa dei bambini, come la scissione (quando vedono le cose come "tutto buono" o "tutto cattivo") e la proiezione (quando attribuiscono ai genitori o agli altri le proprie emozioni indesiderate).
Le sue teorie sono state a volte criticate per la mancanza di scientificità, poiché si basavano principalmente su osservazioni dirette piuttosto che su esperimenti controllati. Va però sottolineato che eravamo agli inizi del Novecento, questo tipo di approccio era abbastanza comune.
Tuttavia, il suo lavoro ha contribuito a sviluppare trattamenti terapeutici per bambini, aiutando a comprendere le loro difficoltà emotive attraverso attività come il gioco simbolico, i disegni e le fantasie, che permettono ai bambini di esprimere e elaborare i loro conflitti interni.
Sebbene la moderna psicologia dia molta più importanza a teorie scientificamente provate, il lavoro di studiosi come Melanie Klein e Sigmund Freud hanno gettato le basi per la comprensione dei processi psicologici profondi, aprendo la strada a trattamenti terapeutici che continuano a influenzare la psicologia contemporanea.
6. Maria Montessori (1870-1952)
Maria Montessori, medico e pedagogista, ha sviluppato un metodo educativo che promuove l'autonomia del bambino e l'apprendimento attraverso l'esperienza diretta. Secondo la Montessori, ogni bambino ha un proprio ritmo di crescita e deve essere libero di esplorare e apprendere in un ambiente stimolante, dove il ruolo dell'insegnante è quello di guida piuttosto che di figura autoritaria. Il metodo si basa sull'idea che i bambini possiedano una naturale curiosità e voglia di imparare, che va supportata attraverso attività pratiche e materiali sensoriali appositamente progettati.
In Italia, ci sono numerose scuole montessoriane, dove il metodo educativo si concentra sul bambino come protagonista del proprio apprendimento. In queste scuole, l'insegnante svolge un ruolo di guida, favorendo l'autonomia e l'esplorazione. Il metodo Montessori mira a stimolare la curiosità e la responsabilità del bambino, promuovendo un apprendimento personalizzato che rispetta i bisogni e gli interessi di ciascuno, con un'attenzione particolare allo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale.
7. Erik Erikson (1902-1994)
Erik Erikson è famoso per le sue otto fasi dello sviluppo psicosociale, che descrivono come le persone affrontano diversi problemi e sfide durante la loro vita. Ad esempio, da bambini dobbiamo imparare a fidarci degli altri (fiducia vs. sfiducia), da adolescenti cerchiamo di scoprire chi siamo (identità vs. confusione). Ogni fase porta un conflitto che se risolto positivamente ci aiuta a crescere emotivamente.
Per quanto riguarda l'ipnosi, Erikson la usava in modo particolare. Non la vedeva solo come un trattamento terapeutico, ma come un modo per esplorare la mente profonda. Parlando direttamente con la persona, riusciva a far emergere immagini mentali e suggerimenti che potevano aiutare a risolvere conflitti interiori. Così, attraverso l'ipnosi, cercava di aiutare le persone a superare le difficoltà psicologiche, con un approccio che univa psiche e contesto sociale. In pratica, parlava alla persona in modo calmo e rilassante, guidandola in uno stato in cui la mente fosse più aperta a nuove percezioni e idee.
Se vuoi approfondire l'argomento, puoi leggere l'articolo sull'ipnosi e come viene utilizzata.
8. Jean Piaget (1896-1980) e lo sviluppo del bambino
Psicologo svizzero, ha rivoluzionato la comprensione dello sviluppo cognitivo nei bambini. Secondo Piaget, la mente del bambino evolve in quattro fasi:
Sensomotoria (0-2 anni): il bambino esplora il mondo attraverso i sensi e le azioni.
Pre-operatoria (2-7 anni): sviluppo del linguaggio e del pensiero simbolico.
Operatoria concreta (7-11 anni): ragionamento logico su situazioni concrete.
Operatoria formale (oltre 11 anni): pensiero astratto e ipotetico. Il suo contributo ha influenzato profondamente l'educazione e la pedagogia.
Ogni stadio rappresenta una fase in cui i bambini acquisiscono nuove capacità cognitive, passando dalla semplice percezione alla capacità di ragionare in modo astratto.
Il suo lavoro ha avuto un'influenza enorme sull'educazione e sulla psicologia dello sviluppo, portando a una comprensione più approfondita di come i bambini interagiscono con il mondo che li circonda.
9. B.F. Skinner (1904-1990) e il condizionamento operante
Proseguendo il lavoro di Watson, Skinner ha elaborato il concetto di condizionamento operante, distinto dal condizionamento classico. Se nel condizionamento classico si associano due stimoli, nel condizionamento operante l'apprendimento avviene attraverso le conseguenze di un comportamento: se una risposta produce un effetto positivo (rinforzo), sarà più probabile che venga ripetuta; se invece produce un effetto negativo (punizione) o nessun effetto, tenderà a estinguersi.
Per studiare questi meccanismi, Skinner progettò la celebre Skinner Box, una gabbia sperimentale dove un topo (o un piccione) imparava a premere una leva per ottenere del cibo. Il cibo, in questo caso, fungeva da rinforzo positivo: ogni volta che il topo premeva la leva, riceveva una ricompensa. Se invece la leva produceva una scossa o non dava alcun risultato, il comportamento diminuiva.
Skinner dimostrò così come le azioni possano essere modellate nel tempo attraverso un sistema di premi e punizioni.
Questo meccanismo è alla base di molte tecniche educative e terapeutiche ancora oggi.
10. John Bowlby (1907-1990) e l'Attaccamento
Fondatore della teoria dell'attaccamento, ha dimostrato l'importanza del legame precoce tra il bambino e la figura di accudimento. Ha descritto diversi stili di attaccamento:
Sicuro: il bambino si sente protetto e supportato.
Insicuro-ansioso: eccessiva paura dell'abbandono.
Insicuro-evitante: tendenza a evitare l'intimità.
Disorganizzato: comportamenti contraddittori e confusi.
La teoria dell'attaccamento di Bowlby ha avuto un impatto duraturo e profondo in molte aree della psicologia, dalla psicoterapia alla pediatria, fino all'educazione.
E' stata utilizzata per comprendere i traumi infantili e come questi influenzino la capacità di formare relazioni sane da adulti. In pediatria, la sua teoria ha portato a un maggiore focus sull'importanza dei primi legami affettivi e ha cambiato le pratiche cliniche, soprattutto in ambito ospedaliero e nelle situazioni di adozione. Inoltre, in educazione, la comprensione dell'attaccamento ha influito sull'approccio educativo e sullo sviluppo dei bambini, promuovendo ambienti più sicuri e favorevoli per il loro benessere emotivo e cognitivo.[Leggi l'approfondimento qui sull'attaccamento]
Conclusioni
Ognuno di questi studiosi ha lasciato un'impronta profonda sulla psicologia. Alcuni, come Freud e Jung, hanno aperto le porte dell'inconscio. Altri, come Piaget e Montessori, hanno trasformato l'educazione. E altri ancora, come Pavlov, Skinner e Watson, hanno reso la psicologia una scienza sperimentale. Anche se oggi alcune delle loro pratiche non sarebbero più accettabili, hanno costruito le fondamenta su cui ancora oggi lavoriamo.
scritto da:
dr.ssa Elizabeth Moore, psicologa
Bibliografia
"Storia della psicologia" di Eric Shiraev e David Levy Questo libro offre una panoramica completa della storia della psicologia, esplorando le teorie e gli esperimenti di psicologi come Freud, Watson, Piaget, Jung, Skinner, Bowlby, e altri.
"Psicologia. Storia, concetti, metodi" di Carlo M. Cipolla Un testo che traccia la storia della psicologia dai suoi inizi fino alle teorie moderne, con un focus sui principali psicologi e le loro teorie, inclusi Freud, Piaget, Jung e Skinner.
Risorse esterne
"Storia della psicologia"Questo documento offre una panoramica dettagliata sulla storia della psicologia, includendo sezioni dedicate a psicologi come Freud, Piaget, Watson, Skinner, Bowlby e altri. Storia della psicologia - Clique Apostilas
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